Non sono passati nemmeno due anni dal luglio 2013, quando venne annunciata la nascita del CAST, che il Consorzio Aquila Sport Trentino ha già ufficializzato questa mattina l'ingresso della 50esima azienda all'interno della sua compagine. A darne l'annuncio, durante una conferenza stampa svoltasi presso l'Area Agorà del PalaTrento, sono stati Stefano Sosi, presidente del CAST, e Pompeo Viganò, presidente di Delta Informatica, cinquantesima azienda inclusa nel Cast. Luigi Longhi e Salvatore Trainotti, rispettivamente presidente e general manager di Aquila Basket, hanno invece anticipato che il prossimo 5 maggio verrà perfezionata la cessione del 40% del capitale sociale di Aquila Basket 2013 SRL, che come previsto passerà dal Cast, fino ad oggi titolare del 100% dell'azionariato bianconero, al Trust Aquila, l'associazione dei tifosi aquilotti costituitasi l'anno passato proprio con l'obiettivo di coinvolgere gli appassionati trentini in un modello di proprietà condivisa.

COS'E' IL CAST Il Consorzio Aquila Sport Trentino è stato creato per collegare un gruppo di soggetti economici disposti a condividere un progetto sportivo che, oltre a rafforzare e vivacizzare il territorio provinciale, mirasse a rispondere alle esigenze di business delle imprese coinvolte. Per diventare socia del consorzio, una azienda deve versare 500 euro e stipulare un contratto di sponsorizzazione di tre anni con Aquila Basket. Il contratto di sponsorizzazione minimo è di 5.000 euro all'anno. In cambio a tutti i consorziati è data la possibilità di utilizzare il marchio Aquila Basket e il marchio CAST per attività della propria azienda, oltre che di esporre il proprio logo con link diretto al sito aziendale su www.aquilabasket.it. Sono inoltre previste tariffe speciali per l'acquisto di biglietti e abbonamenti estese a tutti i dipendenti dell'azienda e possibilità di partecipare a “sponsor meeting” ed eventi riservati ai consorziati.

LA VISIONA cavallo tra 2013 e 2014 - ha detto Trainotti - il Consorzio è partito accorpando aziende già da tempo coinvolte a diverso titolo nel progetto Aquila Basket. Quest'anno però la crescita è continuata avvicinando imprese che, evidentemente, hanno riconosciuto nel club una opportunità di business. Qui, a differenza di quanto avviene in altre realtà sportive, la necessità di coinvolgere aziende e persone per raccogliere risorse è stata trasformata in “core business” del progetto, procedendo di pari passo al risultato sportivo e non in subordine allo stesso. Il nostro prodotto non è quindi fatto solamente di risultati maturati sul campo, ma anche di ricadute aziendali ed etiche che l'attività del club è in grado di produrre sul territorio. Lo sport è un “driver” che tiene assieme le aziende del consorzio, dando loro la possibilità di fare rete e creare nuove possibilità di business, di ottenere ritorni di visibilità e immagine, e perché no, di creare un rapporto agevolato con i tifosi della squadra”. “Il nostro schema societario – ha chiuso Trainotti – non si può leggere secondo gli schemi tradizionali dello sport italiano, che finora ha funzionato secondo logiche che da tempo stanno mostrando i loro limiti. Il problema dello sport d'oggi, in estrema sintesi, sono i disavanzi. Noi abbiamo girato la questione: qui da noi prima viene il progetto, al centro del quale c'è il coinvolgimento di aziende e tifosi, e poi viene il risultato sportivo”.

LA NEW ENTRY “Il fatto che il Cast sia arrivato a quota 50 aziende è un risultato importante quanto le vittorie che la squadra sta ottenendo sul campo – ha aggiunto il presidente Longhi – perché significa che ci sono 50 realtà produttive che credono in noi, e viceversa. Il fatto che poi la cinquantesima azienda sia una realtà dell'importanza di Delta Informatica è ulteriore motivo di soddisfazione, e ci fa sperare che presto a questa possano unirsi altre imprese”. “Aquila Basket si sta dimostrando capace di trasmettere anche alle aziende cosa significhi il concetto di leadership condivisa nel mondo dello sport – ha spiegato Pompeo Viganò, presidente di Delta Informatica –. La trasparenza, la passione e la competenza con cui l'attività viene svolta, unite al progetto territoriale e al network che sta nascendo attorno ad Aquila, hanno fatto il resto. E il fatto che il vincolo di sponsorizzazione sia triennale a questo punto non è un vincolo per una impresa, ma è anzi una opportunità aggiuntiva”.

IL NETWORK “Quello che da imprenditore più apprezzo del Cast – ha spiegato il presidente del Consorzio Stefano Sosi – è la sua capacità di permettere a imprenditori di diversi livelli di interloquire alla pari, grazie alla comune passione sportiva. Questa è un'occasione imperdibile per fare B2B, ma più semplicemente di imparare da professionisti con competenze diverse dalle proprie. Una opportunità che non si trova facilmente nemmeno nelle associazioni di categoria”. Le 50 aziende aderenti al Cast, d'altronde, provengono da tutta la provincia e lavorano in differenti categorie merceologiche, che spaziano dal settore food all'immobiliare, dalla cosmetica ai servizi alle imprese, dall'informatica all'abbigliamento, dalla meccatronica al wellness.

LE QUOTE L'annuncio dell'ingresso di Delta Informatica nel Cast ha inoltre fornito l'occasione ai vertici di Aquila Basket di fare il punto della situazione sull'evoluzione dell'assetto societario del club. “A causa di alcune problematiche tecniche legate alla costituzione della Fondazione Aquila per lo Sport Trentino (destinata lei pure a rilevare quanto prima un 20% dell'azionariato del club dal Cast, ndr), ci sono stati dei ritardi nel passaggio delle quote della società che dovevano essere cedute dal Cast al Trust”. “Il Cast – ha detto da parte sua Sosi – ha però già espresso da tempo la sua disponibilità a cedere il 40% delle azioni al Trust”. “L'operazione di cessione del 40% dell'azionariato da Cast a Trust – ha annunciato Trainotti – verrà quindi perfezionata il 5 maggio prossimo. Ci tengo però a precisare che si tratta solamente di un aspetto formale, ritardato finora solo per dettagli tecnici, perché nella sostanza il club sta lavorando da diversi mesi come se il Trust avesse già rilevato le proprie quote”. 

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