E’ giunto quasi a termine il Il progetto “One Team, One staff”, l’iniziativa di Dolomiti Energia Trentino legata al One Team, il progetto di responsabilità sociale creato nel 2012 da Euroleague Basketball che si propone di utilizzare il potere della pallacanestro per creare coesione sociale (to use the power of basketball to integrate communities). Dopo l’esperienza positiva di due anni fa, quando la Dolomiti Energia Trentino sviluppò un programma di 10 allenamenti per i profughi presenti in Trentino, per la stagione 2017/18 la Dolomiti Energia Trentino ha pensato ad un progetto di inclusione che coinvolge molti dei ragazzi che sono protagonisti in diversi modi nelle attività con cui la società bianconera fa rete con il territorio. Così nel sesto appuntamento di venerdì si sono ritrovati presso la palestra del Liceo Rosmini tutti i partecipanti al progetto: alcuni ragazzi del Liceo Scientifico “Galilei” e del Liceo delle Scienze Sociali “Rosmini”, ragazzi in percorso di recupero da dipendenze del Centro Trentino di Solidarietà, richiedenti asilo, seguiti da ATAS, Centro Astalli e Kaleidoscopio, e ragazzi con disabilità inseriti nelle attività di ANFFAS. Sotto la guida del One Team Coach Nenad Jakovljevic e del One Team Manager Massimo Komatz i ragazzi si sono divertiti con tanti esercizi in cui la pallacanestro è diventato lo strumento attraverso cui si può mettere in comunicazione persone che apparentemente sembrano parlare linguaggi diversi.  I ragazzi si ritroveranno al PalaTrento tutti insieme per essere di supporto allo staff della Dolomiti Energia Trentino nella gestione di alcuni fasi della partita del PalaTrento nella sfida contro Lokomotiv, come già fatto in precedenza in occasione dei One Team Games di dicembre e nella sfida contro Buducnost. Insieme ai ragazzi si è allenato anche il capitano Toto Forray, One Team Ambassador della Dolomiti Energia Trentino. “Essere ambasciatore di un progetto importante come One Team è certamente un piacere enorme per quello che questa iniziativa rappresenta a livello internazionale. Due anni fa era stato davvero emozionante far parte di un progetto che mi ha permesso di stare vicino a giovani di tante diverse provenienze, per cui il basket ha rappresentato un riferimento e un modello importante almeno quanto lo è stato per noi quando eravamo ragazzi. Ora respiro lo stesso clima positivo in questo nuovo progetto: vedo che anche in questo caso il basket saprà essere un collante meraviglioso tra tutti i partecipanti e saprà tirare fuori il meglio da loro”. 

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